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Venerdì 4 aprile 2014 si è tenuta una riunione del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Monte San Vito dedicata all’acqua e ai problemi dell’inquinamento dei suoli e delle falde acquifere. Gli inviati di “Oro blu” si sono intrufolati tra il pubblico e hanno realizzato il seguente reportage.

Ringraziamo il Prof. Taffetani dell’Università Politecnica delle Marche e il Dott. Andrea Dignani, geologo, referente tecnico-scientifico di Ripa Bianca, per averci concesso le video-interviste raggiungibili dai collegamenti inseriti in questa pagina.

 

Il geologo Dr Andrea Dignani ci ha illustrato alcune diapositive molto interessanti sulle acque delle Marche.

 Ci sono tanti fiumi che corrono dagli Appennini al mare, come un pettine; non solo, c’è tanta acqua sotterranea, ma queste acque dolci sono in gran parte inquinate e dunque non utilizzabili nelle nostre case.

Abbiamo anche imparato che se il fiume ha un ambiente naturale, cioè tante piante attorno, può autodepurarsi, anche se fiumi con ambienti naturali qui nelle Marche non ce ne sono oramai più, se non alcuni tratti montani come quello del Sentino (uno dei fiumi più puliti, quello che passa sotto le grotte di Frasassi).

 In un’altra slide abbiamo visto la sproporzione che c’è tra acque salate e acque dolci sul pianeta Terra; le acque dolci sono una percentuale così piccola dell’idrosfera che la consapevolezza che sono in gran parte inquinate ci ha lasciato una certa inquietudine addosso. L’acqua è una risorsa così preziosa che gli uomini dovrebbero darsi da fare subito per preservarla.

Intervista al Dott. Andrea Dignani

Facciamo tanta attenzione perché i bambini siano sempre al sicuro a scuola, in gita, con gli amici e poi utilizziamo del diserbante tossico nei giardini pubblici e lungo le strade. Noi non abbiamo visto una logica in tutto questo e abbiamo deciso di intervistare Fabio Taffetani, un professore della facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, per saperne di più. Ci aspettavamo che la provincia (che attua il diserbo sui margini stradali da anni) avesse delle ragioni che noi ignoravamo, ma in realtà il diserbo è una pratica che ha dei pro a breve termine e dei contro a tempo indeterminato.

Questo diserbante contiene il glyphosato che uccide tutte le piante che incontra sulla sua strada e apparentemente può sembrare un ottimo diserbante, ma in realtà peggiora solo la situazione. Prima veniva utilizzato lo sfalcio, dopo il quale ricrescevano in un prolungato lasso di tempo delle piante dette perenni, fondamentali anche per la biodiversità, mentre dopo il diserbo in breve tempo crescono piante dette annuali, più alte, che bisognerà quindi tagliare più frequentemente. Inoltre l’ente pubblico che attua il diserbo deve andare incontro a ingenti spese per acquistare gli attrezzi e i prodotti chimici necessari e l’unica che ci guadagna è la ditta che li produce. Viaggiando per le strade della nostra provincia ci accorgiamo che le scarpate sono ricoperte di erba rossa, gialla o grigia, anche vicino alle case e alle scuole non rispettando la legge regionale che proibisce l’uso di fitofarmaci in ambito urbano e mettendo a rischio la salute degli studenti. Ma anche la sicurezza degli automobilisti è messa in pericolo dal terreno franoso delle scarpate, private delle piante che lo trattenevano.

 E non è finita qui: il glyphosato filtra nel terreno fino alle falde acquifere e neanche la nostra acqua è più al sicuro. Molti contadini ignorano la pericolosità di questo veleno e per aumentare il raccolto sono arrivati anche a cancellare le esili strisce erbose dei corsi d’acqua rendendo invece la terra priva di fertilità e inquinata. Questo complesso problema è stato già affrontato in precedenza da Rachel Carson, una scrittrice statunitense che aveva notato il fenomeno nelle campagne americane e sul quale ha scritto un libro dal titolo “Primavera silenziosa”.

 E noi, a distanza di 50 anni, ancora non siamo stati capaci di trovare una soluzione e di relazionarci in modo corretto con l’ambiente, come invece ci illustra Fritjof Capra con la frase: “La sopravvivenza dell’umanità dipenderà dal nostro grado di competenza ecologica, dalla nostra capacità di comprendere i principi dell’ecologia e di vivere in conformità con essi”.

Intervista al Prof. Taffetani

Noi ragazzi abbiamo ascoltato con grande interesse la conferenza, intervenendo con molte domande. Alla fine, in accordo con i temi discussi, abbiamo proposto una delibera contro l’uso del glyphosato , che non dovrebbe essere usato in spazi pubblici, in prossimità delle case, lungo gli argini dei fossi, in conformità con quanto stabilito dalla legge regionale. La seduta si è conclusa con una votazione con la quale chiediamo all’Amministrazione comunale di adottare tutti i provvedimenti necessari affinché questo erbicida non venga utilizzato nel nostro territorio comunale. La delibera è stata approvata a pieni voti (9 favorevoli, cioè la totalità dei presenti).

Redazione del giornalino