Afferma il linguista Raffaelle Simone che siamo vivendo in pieno la “terza fase”: dopo l’invenzione della scrittura e della stampa la nostra epoca è interessata dalla rivoluzione digitale.

Questo profondo cambiamento avrà in maniera sempre maggiore un profondo impatto sulle strutture cognitive dei giovani in apprendimento. Ci si chiede se alcune competenze tradizionalmente tramandate dalla scuola come la scrittura e l’oralità riusciranno a sopravvivere alle tecnologie che impongono oggi il multitasking e la percezione simultanea dei vari media. Lungi dal fuggire inorriditi di fronte a questa sfida la scuola italiana e il piccolo microcosmo rappresentato dall’Ic Monte San hanno abbracciato in pieno la filosofia del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD).

Non si tratta di abbandonare le buone pratiche che ci hanno trasmesso generazioni di educatori e pedagogisti in nome di una impersonale e disumana realtà virtuale, ma semmai di governare il cambiamento e capire come, anche grazie alla tecnologia, si possa fare una autentica esperienza didattica, ad esempio manipolando oggetti costruiti dagli alunni o approcciandosi in modo critico alla miriade di informazioni presenti in internet o sui social network.

Spirito critico, nuovi ambienti di apprendimento, lavoro cooperativo, risoluzione dei problemi sono gli antidoti verso la massificazione e assuefazione alla quale, inevitabilmente, si scivolerebbe senza un’educazione all’uso consapevole della tecnologia.

Grazie ai finanziamenti ottenuti dai bandi Pon Fesr , i plessi del nostro Istituto sono finalmente riusciti a dotarsi di un collegamento internet affidabile e sicuro e a potenziare la dotazione tecnologica-informatica a disposizione degli alunni. Non solo, tutte le classi sono oramai collegate al registro elettronico e alla secondaria di I grado è stata attivata la piattaforma Google classroom, che consente a docenti e discenti un produttivo scambio di materiali didattici. Per non parlare del giornalino online che è ormai uno dei laboratori più apprezzati dagli studenti e che lo scorso anno ha ottenuto un riconoscimento dall’Ordine nazionale dei giornalisti.

Proprio in questi giorni siamo allestendo l’aula palestra dell’innovazione presso la Scuola secondaria Alighieri, un nuovo ambiente di apprendimento costituito da postazioni modulari che consentono ai ragazzi di lavorare in gruppo, di sperimentare i nuovi kit di robotica educativa acquistati per l’occasione e di approcciarsi al pensiero computazionale.

Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro della segreteria amministrativa (che è riuscita a districarsi con sicurezza nella complessa macchina burocratica dei bandi europei) e all’’entusiasmo di un gruppo di docenti. Il team dell’innovazione, che ha ricevuto una specificazione formazione sulle ultime innovazioni didattiche legate al digitale, è ora pronto a disseminare le conoscenze acquisite. A questo iniziale team si sono aggiunti altri dieci docenti che durante l’a.s. 2016-2017 replicheranno l’esperienza formativa degli insegnanti che hanno aperto la strada.

Una piccola dimostrazione della sperimentazione didattica che l’Istituto ha avviato viene fornita proprio in questi giorni: abbiamo infatti aderito alla settimana del PNSD con un ricco programma di attività laboratoriali che culmineranno mercoledì 30 novembre 2016 in un flash mob online sulla piattaforma Google classroom. Gli alunni delle classi seconde e terze medie si cimenteranno in un particolare certamen consistente nella risoluzione di alcuni giochi logici preparati dalle insegnanti di matematica. Sarebbe stato stato possibile tutto questo senza aver saputo utilizzare con intelligenza i finanziamenti europei?