Lo sfruttamento minorile è ancora una terribile piaga in molte parti del mondo. Tra queste il Pakistan. Qui molti bambini incominciano a lavorare perché le proprie famiglie non hanno soldi per mantenersi. In altri casi vengono addirittura venduti agli sfruttatori di questa giovane manodopera.

Questo è il caso di Iqbal, un bambino venduto al mercato nero dai propri genitori e acquistato successivamente dal proprietario di un’industria tessile.
In questo luogo sono presenti altri bambini come Fatima (la narratrice del libro), Maria, Karim e Salman (personaggi secondari), oltre al titolare della fabbrica Hussain Khan. 
Ambientato in Pakistan, la storia racconta la drammatica realtà dei bambini sfruttati fabbrica, incluso Iqbal, e costretti a lavorare per molte ore alla tessitura dei tappeti persiani con le loro stesse mani!
Iqbal prova molte volte la fuga dalla fabbrica senza successo.
Intanto la sera il bambino riesce, grazie alla sua caparbietà e al suo coraggio, a farsi amici molti dei suoi giovani colleghi di fabbrica, tra cui la stessa Fatima!
Il padrone, non essendo molto riconoscente nei confronti dei bambini, quando riesce a recuperare un ragazzo che sta provando a scappare, lo mette in punizione nella “tomba”: così chiamata per la sua funzione e somiglianza.
Poi finalmente arriva il fatidico giorno: Iqbal e i suoi amici riescono a scappare dalla fabbrica e a contattare Eshan Khan, il capo del Fronte per la liberazione del lavoro minorile.
Grazie a lui, Iqbal riesce a liberare moltissimi bambini destinati al lavoro minorile come lui, diventando così
un’immagine positiva per tutto il mondo.
La storia però si conclude con il suo assassinio…Iqbal perderà la vita ma la sua storia resterà immortale memoria della tragedia del lavoro minorile.